Teramo, 21 nov. – “Il ruolo del favorire i punti di convergenza tra maggioranza e opposizioni che Azione sta ricoprendo in questa legislatura, assume particolare rilievo in discussioni trasversali come quelle che riguardano le riforme costituzionali e dell’assetto istituzionale del nostro Stato. Funzione necessaria al fine di evitare una politica “degli uni contro gli altri” che, nutrita da un bipolarismo esasperato e da un populismo crescente, immobilizza il nostro Paese da oltre trent’anni relegandolo in fondo alle classifiche di crescita economica e sociale. Non si può nascondere la necessità in Italia di una riforma che riveda l’attuale bicameralismo perfetto che, di fatto, è già superato attraverso la decretazione d’urgenza e l’uso sempre più ricorrente dello strumento della fiducia in almeno uno dei due rami del Parlamento. Per dare una misura di questo, il Governo Meloni è oggi l’Esecutivo che, in media, ha ricorso più volte a questo strumento utilizzandolo per l’approvazione di ogni decreto legge emanato, numeri che superano addirittura quelli dei Governi tecnici di Draghi e Monti. Particolare attenzione dovrà essere destinata ad una nuova legge elettorale di tipo proporzionale puro con una soglia di sbarramento elevata per garantire governabilità e che, soprattutto, reinserisca la possibilità di esprimere preferenze sul candidato, fondamentale per ripristinare il collegamento ormai perduto tra istituzioni e territorio, tra eletto ed elettore. Azione, fin dal primo giorno della legislatura, porta avanti un’opposizione diversa rispetto a Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, un’opposizione costruttiva, seria, legata a temi specifici, non alle ideologie, che non dica solamente “no” ma proponga progetti alternativi e realizzabili. Essere all’opposizione, secondo Azione, è proprio questo e lo dimostra costantemente votando i provvedimenti con cui è d’accordo e presentando controproposte per i provvedimenti migliorabili. L’ultimo esempio riguarda l’attuale manovra finanziaria che, secondo noi, non mostra una chiara idea di Paese né di quale futuro si vuole dare a esso. Il ricorso ad extra-debito in periodi di instabilità politica così duri deve essere esclusivamente giustificato da investimenti e provvedimenti che mirano ad una crescita strutturale dell’economia, ma così non sarà come già sottolineato da Banca d’Italia, Fondo Monetario Internazionale e dall’Unione Europea che ha, proprio ieri, bocciato la manovra aprendo al rischio di un procedura d’infrazione. Abbiamo presentato, perciò, una “contromanovra” ieri alla Camera dei Deputati che imprimesse la nostra idea di spesa pubblica, in particolare su sanità, istruzione, fisco, famiglia e industria, con relative coperture finanziarie chiaramente indicate. La spesa maggiore deve, per noi, essere destinata alla sanità per azzerare liste d’attesa, assumere nuovo personale e adeguare le retribuzioni per evitare che il Servizio Sanitario Nazionale diventi ormai solo un ricordo. Tornando alla riforma On. Giulio Cesare Sottanelli – Deputato Azione – PER – Renew Europe Tel. 3896529505 – sottanelli.ufficiostampa@gmail.com – www.giuliosottanelli.it costituzionale, dobbiamo dirlo chiaramente, la proposta della maggioranza non funziona e, di fatti, non è presente in nessun altro Paese occidentale così com’è. L’opzione più adeguata, e su cui si sta lavorando insieme alle altre opposizioni, è quella di trovare una sintesi sul modello del cancellierato tedesco che prevede l’introduzione della sfiducia costruttiva e un rafforzamento dei poteri del Premier ma senza toccare le prerogative del Presidente della Repubblica che, in questi anni, ha dimostrato di rappresentare l’intero popolo italiano e vero ed unico presidio di garanzia a tutela della nostra Costituzione. Una riforma come quella proposta dal Governo sarebbe capestra in quanto legherebbe in maniera eccessiva la legislatura al Premier eletto anche in casi in cui quest’ultimo si dimostrasse incapace di governare generando, al contrario delle aspettative, instabilità economica e politica. Per quanto riguarda le riforme, siamo pronti, già da oggi, a lavorare ad un tavolo che possa fare sintesi tra le proposte di tutto l’arco costituzionale perché quando si vuole modificare la Costituzione e il funzionamento delle istituzioni, bisogna avere la condivisione più ampia possibile di tutte le forze politiche esistenti.”